LO STADIO

L'Imperia calcio ha sempre giocato sul terreno di gioco sito in piazza d'armi, in origine via Francesco Crispi, denominato  "G. Trucchi".

Il vecchio impianto, di proprietà della Società “I.L.V.A.”, è dotato di una tribuna coperta di legno, sorretta da sei pali di legno, di fronte alla quale è presente una piccola montagnola di terra ed erba, recintata lungo la fascia laterale. Dietro le due porte, ci sono due muri di mattoni, mentre gli spogliatoi sono delle baracche di legno.

Secondo quanto depositato nei documenti all'Archivio Comune Imperia furono diversi i progetti negli anni Venti e Trenta di Campi del Littorio.

Furono presentati progetti da Architetti con ipotesi di costruire un nuovo grande stadio ai Piani di Imperia ed in un altro luogo non identificato. Tutte ipotesi che, però, non vanno a buon fine per la mancanza di fondi. 

Nel maggio del 1929 il Podestà risponde alla Federazione provinciale imperiese descrivendo le caratteristiche dell'impianto.

Nell'estate del 1933 un incendio distrugge le tribune e gli spogliatoi ed il terreno è acquistato dalla "Ditta Pasquale Trucchi fu Santino" dalla Società “I.L.V.A.”. 

Imperia è l'unico capoluogo del Regno a non avere un campo sportivo degno di questo nome.

Nell'estate del 1935, subito dopo la promozione in Serie C, iniziano dei lavori di ristrutturazione dello stadio, per rendere più confortevole l'angusto campo sportivo cittadino, sempre più deficiente nei suoi impianti e per il ristretto rettangolo di gioco, che raggiunge appena le minime misure regolamentari. Sono gli stessi sostenitori neroazzurri a richiederlo, con una emblematica scritta sul muro di cinta posto di fronte alla tribuna di legno: “Siamo in C: e lo stadio?”.

Nel 1954 lo stadio è acquistato dal Comune di Imperia.

A seguito del crollo della tribuna di legno e di un'altra promozione, quella in Serie D, nell'estate del 1959 lo stadio comunale è fatto oggetto di un'opera di ristrutturazione: è costruita la nuova tribuna coperta in cemento, che affianca quella presente in legno, alla sinistra della quale ci sono i nuovi spogliatoi in cemento; nel settore opposto alla tribuna, è costruita una gradinata in cemento composta da cinque scalini ed è rifatta la recinzione dell'impianto.

Il 29 agosto 1959, il Presidente dell'U.S.Imperia, Carlo Rizzo, invia una lettera al Commissario Prefettizio Dottor Enrico Bellelli, nella quale "avanza istanza perchè voglia con ogni benevolenza esaminare la possibilità di dare al Campo Comunale il nome di un cittadino di Imperia e precisamente quello di Nino Ciccione".

La lettera prosegue tessendo le lodi di Nino Ciccione: "Animo esuberante e generoso, fu fra i primi dello sport calcistico imperiese, benvoluto ed amato da tutti per il suo spirito di sacrificio, per la sua passione, per lo slancio che distingueva la sua attività.

Fulgida figura di atleta, di sportivo, di dirigente, ebbe a meritare il riconoscimento del Paese per le sue virtù manifestatesi anche quando, chiamato a servire la Patria, ebbe, dopo aver valorosamente combattuto, a rimanere gravemente ferito nell'assalto al Montenero durante la guerra 1915-1918, cosa che causò causo la sua immatura scomparsa.

Il Campo Comunale non potrebbe trovare altra figura di sportivo imperiese più rappresentativa e più significativa di Nino Ciccione".

Il 30 settembre 1959, nella sala della Giunta, si riunisce la Commissione Comunale per la toponomastica per proporre la denominazione al Campo Sportivo Comunale di Imperia.

Alla presenza del Commissario Prefettizio Dottor Enrico Bellelli e dei membri Goffredo Alterisio, Giovanni Piana, Leonardo Lagorio, Tito Bruno e Giovanni Gabbarini, la Commissione propone di intitolare il Campo Sportivo Comunale al nome di Nino Ciccione.

Il Commissario Prefettizio , con la deliberazione n° 350 dell'8 ottobre 1959, delibera ufficialmente di intitolare il Campo Sportivo Comunale, a Nino Ciccione. 

Nel mese di febbraio del 1961 la Giunta comunale, presieduta dal sindaco Carlo Gonan, approva il progetto per costruzione del nuovo stadio di calcio, sempre nell'area di piazza d'armi: questo progetto è approvato da tutta la Giunta, ad eccezione dei rappresentanti del Partito Socialista Italiano.

Nel 1967 iniziano i lavori di costruzione dell'impianto, ad opera dell' Impresa Pietro Grosso, con la demolizione delle vecchie tribune e l'esproprio delle case.

Nelle due stagioni 1967-1968 e 1968-1969 l'Imperia gioca le sue gare casalinghe sul terreno di gioco del “Vladimiro Marengo” di Diano Marina, che è ristrutturato seguendo le indicazioni di una Commissione Tecnica della Lega Semiprofessionisti, con la fattiva collaborazione degli Uffici Tecnici dei Comuni di Imperia e Diano Marina.

Nell'estate del 1969 terminano i lavori ed a settembre dello stesso anno avviene l'inaugurazione dello stadio, in occasione della partita contro l'Albenga, terza giornata del Campionato di Serie D, alla presenza di circa quattromila persone. 

Nell'estate del 1973 il "Nino Ciccione" è dotato di un adeguato impianto d'illuminazione, con quattro torri faro alte trenta metri.

Nel 1985, dopo i tragici fatti dello stadio “Heysel” di Bruxelles, quando, nel corso della finale di Coppa Campioni tra Juventus e Liverpool, morirono 39 persone, tutti gli stadi italiani sono sottoposti ad attenti controlli per valutarne l'agibilità: la Commissione prefettizia imperiese valuta il “Nino Ciccione” inagibile e i neroazzurri devono giocare le prime gare del Campionato in campo neutro.

Lo stadio è parzialmente riaperto il 20 ottobre del 1985: è agibile solo la Tribuna, mentre gli altri settori sono chiusi al pubblico.

Nel 1990 è riaperto il settore "Distinti", mentre le due "Gradinate" sono agibili nel 1993.

Nell'estate del 1999, dopo la promozione in Serie C2, sono effettuati nuovi lavori di ristrutturazione, per la messa a norma dell'impianto: è rifatta la recinzione dello stadio attorno al terreno di gioco e l'impianto di illuminazione, e sono installate due nuove panchine.

Nell'estate del 2005, causa la costruzione della nuova tratta ferroviaria, è chiuso il settore "Distinti".

Lo stadio ha una capienza totale di circa tremilatrecento posti, divisi in quattro settori:

- la "Tribuna" coperta, con una capienza di circa milleottocento posti.

- la "Gradinata Nord", ritrovo della tifoseria Ultras imperiese, con una capienza di circa cinquecento posti.

- la "Gradinata Sud", destinata ai tifosi ospiti, con una capienza di circa cinquecento posti.

- i "Distinti" con una capienza di circa cinquecento posti.  

Lo stadio comunale, come detto, è dedicato a "Nino" Ciccione, valoroso sportivo imperiese. Ma chi era "Nino" Ciccione?

Ciccione Giovanni Simone Francesco Paolo di Damiano e di Belgrano Giovanna, nato a Oneglia il 30/08/1893 e residente a Oneglia Via non nota stato civile celibe
Notizie militari:
Classe di leva: 1893
Arma o Corpo di appartenenza: Fanteria
Reggimento/Battaglione/Gruppo/Compagnia/Batteria: 41° Reggimento-1° Battaglione-4° Compagnia
Brigata: "Modena"
Mostrine: bianche con due filetti viola
Grado: Caporale
Matricola: 4899
Distretto Militare di: Savona
Data della morte: 15/04/1918
Località della morte: Genova
Causa della morte: postumi di ferite riportate in combattimento
Luogo di sepoltura immediato ed attuale: cimitero comunale di Genova

Dal 21 al 27 luglio 1915 il I°/41° (reparto di appartenenza del Ciccione) ed il III°/42° partecipano alle azioni che i gruppi Alpini "A" e "B" svolgono dal M. Nero contro la q. 2163 (M. Rosso) ed il costone di Luznica, conquistando alcuni elementi di trincea, mantenuti poi con duri sacrifici contro ritorni offensivi del nemico, sistemati da intenso fuoco di artiglieria.
Reparti austro-ungarici fronteggianti:
4° Landwehr e V/1° Fanteria bosno-erzegovese.
Nel corso di tali combattimenti (il 27/07/1915), il Caporale Ciccione venne ferito alla testa e sgomberato dal fronte. Ricoverato dapprima all'Ospedale della C.R.I. di Crema (letto n° 5), fi successivamente riformato. Morì nell'Ospedale Militare di Genova, quasi tre anni dopo, per i postumi delle ferite ricevute.

 

Dette notizie sono state tratte dalla pubblicazione "Gli Imperiesi caduti e dispersi nella Grande guerra 1915-18" di P. Petronio e A. Repetti , depositata presso la biblioteca dell' Istituto Storico della Resistenza e dell'eta' contemporanea per la Provincia di Imperia.

 

 

La vecchia Tribuna in legno. Sulla sinistra Carlotto dribbla un difensore del Savona
La vecchia Tribuna in legno. Sulla sinistra Carlotto dribbla un difensore del Savona

L'attaccante Piero Ranzini insacca l'ennesima rete. Alle sue spalle il vecchio settore dei "Distinti".

Il vecchio impianto
Il vecchio impianto
Il vecchio impianto
Il vecchio impianto
Il vecchio impianto
Il vecchio impianto

Iniziano i lavori di ristrutturazione dello stadio.

La Banda cittadina festeggia il nuovo stadio imperiese.

Monsignor Alessandro Piazza, Arcivescovo della Diocesi di Albenga, benedice il nuovo impianto.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Sindaco di Imperia Giorgio Verda consegna simbolicamente le chiavi dello stadio al Presidente Nicolò Temesio, sotto lo sguardo dell'Arcivescovo Alessandro Piazza. 

I Dirigenti neroazzurri e le Autorità cittadine calcano il nuovo terreno di gioco del "Nino Ciccione".

Una consuetudine degli anni '70/'80: il lancio in campo dei cuscini, al triplice fischio dell'arbitro. 

Ingresso Tribuna
Ingresso Tribuna
La Tribuna
La Tribuna

La Tribuna centrale

Il settore "Distinti"

La "Gradinata Nord", il cuore della tifoseria imperiese

Lo spogliatoio
Lo spogliatoio

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